Bce: stentano a decollare i prestiti agevolati per imprese e famiglie

Stentano a decollare i prestiti agevolati per imprese e famiglie decisi dalla Banca Centrale Europea ed erogati con le due aste Tltro, tanto da rendere quasi sicuro il ricorso a misure di quantitative easing da parte di Mario Draghi, nonostante l'opposizione dei cosiddetti falchi.

Se Mario Draghi si attendeva un esito risolutivo, per la seconda asta di liquidità dell'Eurotower, i prestiti a tassi vantaggiosi riservati dalla Banca Centrale Europea per sostenere le famiglie e le imprese non sembrano aver sortito gli effetti sperati. La nuova tranche per il rifinanziamento a lungo termine degli istituti bancari continentali, la quale era vincolata all'erogazione di crediti a tasso agevolato tesi al rilancio dell'economia reale, ha infatti raccolto poco meno di 130 miliardi di euro, avvicinandosi da un lato ad un risultato meno deludente per Francoforte di quello che aveva distinto l'asta tenutasi a settembre, senza però arrivare a livelli tali da allontanare la prospettiva di un intervento della BCE con misure di quantitative easing nel blocco a 18, ovvero il piano di acquisti di titoli di Stato che è visto come ilo fumo negli occhi dall'ala rigorista che fa capo soprattutto al blocco nordico. In pratica, le due tranche dei prestiti TLTRO hanno iniettato circa 212 miliardi di euro nel settore bancario, raggiungendo poco più della metà del plafond di 400 miliardi di euro offerti dall'istituto centrale, un livello che non basta però a fugare le nuvole che si addensano sull'economia europea.

Il governatore della BCE Mario Draghi

(Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi)

Neanche la seconda tranche dei prestiti, concessi con scadenza nel 2018 ad un tasso di interesse dello 0,15%, si è quindi rivelata sufficiente per rassicurare i vertici di Francoforte. Non pochi analisti sono invece concordi nel ritenere come l'esito raggiunto abbia avuto il risultato di aumentare la pressione sulla Banca centrale europea, la quale potrebbe a questo punto prendere in considerazione ulteriori misure tese ad un rilancio considerato ormai ineludibile dell'economia ancora stagnante dell'Eurozona. Mosse che sino a questo momento sono state frenate soprattutto dai falchi, guidati dal tedesco Jens Weidmann. Sembra però che Draghi abbia dalla sua il consenso pressoché unanime da parte dei governatori, anche grazie all'appoggio di Angela Merkel, prodigatasi in più occasioni al fine mettere in riga il presidente della Bundesbank e rintuzzarne gli ardori rigoristi. Un appoggio al quale si aggiunge quello dell'OCSE e che potrebbe presto avere la meglio sulle pretese di Weidmann e sulle sue mire, che si spingerebbero sino alla sostituzione di Draghi a capo della Banca Centrale Europea.
Per quanto concerne il nostro paese, va ricordato infine che in base alle ultime rilevazioni di Bankitalia, ben due terzi del prestito da 26 miliardi che era stato concesso nel mese di settembre con il chiaro intento di aiutare le imprese, sarebbero invece stati investiti dalle banche italiane in Btp. Un uso quindi che non risulta in alcun modo in linea con gli obiettivi di partenza delle aste europee, sul quale la politica stessa dovrebbe riflettere in maniera approfondita, soprattutto in un momento in cui famiglie e imprese italiane continuano ad annaspare sotto i colpi devastanti di una crisi la quale non accenna a lasciare il campo alla auspicata ripresa.

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Dott. Dario Marchetti
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