Chi sono i business angel?

Gli Istituti bancari non sono più l'unico canale di finanziamento per le Start-up. Operano da alcuni anni anche in Italia i business angels; persone fisiche che, credendo fortemente in un progetto, finanziano ed assistono queste giovani imprese trasferendo loro anche il proprio know-how.

Il panorama socio politico attuale è davvero devastante: la crisi mondiale che ha bussato alle nostre porte non sembra aver alcuna intenzione di abbandonarci e, in tali condizioni, fare impresa diventa davvero difficile se non impossibile.

Le difficoltà maggiori si riscontrano ovviamente in quei Paesi in cui la crescita si è fermata e, per una sconfortante funzione di inversa proporzionalità, la corruzione e la burocrazia galoppano.

Ancor più arduo è poi cercare di avviare un'attività imprenditoriale che abbia un core business innovativo e che tenda ad approdare sui mercati internazionali ove la competizione globale ha creato grandi disparità.

In tali contingenze non appaiono sufficienti le manovre poste in essere dalle Istituzioni che hanno disciplinato le figure delle aziende Start-up e che hanno stanziato finanziamenti – seppur alcuni anche a fondo perduto – per supportare le imprese in fase embrionale.

Le risorse messe in campo risultano quasi sempre essere troppo modeste in proporzione alla domanda di incentivi da parte del mercato!

Negli ultimi anni anche in Italia sta prendendo piede un nuovo strumento di supporto alle attività imprenditoriali conosciuto già da tempo in altre realtà mondiali: il business angel.

Il ritardo nello stabilizzarsi nel Bel Paese di questo nuovo soggetto finanziario è dovuto, principalmente, ad un forte retaggio culturale che spinge ad investire le proprie risorse in canali più tradizionali quali il settore immobiliare e/o speculativo.

Ma chi è il business angel?

Si tratta di una persona fisica dinamica e versatile che, essendo in possesso – fortuna sua – di capitali, competenze manageriale e liquidità (anche se non eccessiva), decide di investire le proprie risorse in aziende che destano un particolare interesse imprenditoriale per l'innovazione e l'originalità del progetto societario.

Solitamente il business angel tende ad investire il proprio capitale in società medio/piccole, che non siano quotate in borsa e che abbiano un forte potenziale di crescita e diversificando il proprio portafoglio d'investimento. 

Le aziende attenzionate da questo finanziatore sono, in pratica, le società Start-up innovative così come definite dalla Legge 221/2012.

In tal caso, il sostegno offerto non è esclusivamente di natura monetaria, anche se quest'ultimo riveste una funzione assolutamente fondamentale.

L'investimento monetario nel panorama europeo varia tra i 50.000 € ed i 200.000 €: non deve immaginarsi, però, che si sia in presenza di un filantropo che elargisce grossi capitali a pioggia.

Il business angel fa ben di più e si fa parte attiva nell'azienda in cui vuol investire; spesso si tende a creare una vera e propria partnership tra questo nuovo tipo di investitore, dotato oltre che di una certa liquidità anche di pluriennale esperienza e presenza sul mercato, ed il soggetto sovvenzionato.

L'azienda finanziata ottiene così un supporto che si traduce in assistenza nel delineare il business plan aziendale, in sostegno nel creare una struttura di marketing anche di carattere internazionale, in assunzione e smobilizzo di partecipazioni societarie, in conferimento del proprio know-how manageriale e gestionale.

Ed a testimoniare che la formula associativa è sempre quella maggiormente vincente, si deve segnalare la presenza, in Italia, di una comunità no-profit di investitori informali in capitali di rischio: la IBAN.

Il nome non deve trarre in inganno, non vi è alcun connessione con gli istituti bancari, l'acronimo sta per Italian Business Angel Network.

Trattasi di un'associazione no-profit, ufficialmente riconosciuta, dotata di personalità giuridica, e fondata nel 1999.

L'associazione valuta i migliori progetti imprenditoriali, le proposte più innovative del mercato, analizza le Start-up direzionate verso l'internazionalizzazione e che hanno le maggiori probabilità di emergere nel mercato extra-comunitario e ne propone la partnership con investitori potenzialmente interessati.

Vi è altresì un profilo europeo di tale associazione: la EBAN, European Business Angel Network.

Tuttavia vi sono altre realtà congregative tramite i quali i business angels possono confrontare le proprie idee, scambiarsi conoscenze e competenze, pubblicizzare nuovi settori di mercato: sono i Business Angels Club.

Questo contesto associativo è certamente un luogo d'incontro irrinunciabile per quelle realtà societarie che, difficilmente, avrebbero tali opportunità per entrare in contatto con alcuni investitori.

Non bisogna però generalizzare, il business angel dovrà lavorare molto con il proprio partner per:

  • implementare il mercato del prodotto con forte propensione all'internazionalizzazione;
  • ampliare il gruppo di lavoro inserendo risorse umane altamente specializzate e competenti;
  • riuscire ad accattivare ulteriori finanziamenti ed intrecciare nuove partnership con soci preferibilmente di caratura internazionale;
  • incrementare le competenze di supply chain management;
  • sviluppare un project management innovativo.

Ma come opera, in concreto, un business angel?

Solitamente vengono passate al vagio alcune idee imprenditoriali di particolare interesse, se ne studiano le analisi di mercato, il progetto, la fattibilità e sostenibilità dello stesso.

Durante quest'attività di analisi si studia attentamente l'elevator pitch, un documento in cui sono sommariamente delineate le strategie di sviluppo aziendali, il know-how e le specifiche competenze del team di lavoro, il core business societario, le strategie di marketing ed i prospetti di potenziale guadagno.

Il fenomeno dell'angel investing sta raggiungendo dimensioni tali che, in alcuni Paesi, sta riuscendo a competere con il canale ordinario dei finanziamenti bancari.

L'Associazione Italiana del Private Equity e del Venture Capital, l'AIFI, ha pubblicato un riscontro dei dati relativi all'early stage, il finanziamento indirizzato alle società di Start-up, per l'anno 2012, ha registrato da un lato l'aumento delle aziende finanziate, dall'altro un incremento dei capitali investiti.

Nel nostro Paese questa nuova forma d'investimento ha già raggiunto quasi 170.000.000 € e le previsioni sono di un'esponenziale crescita per i prossimi anni.

I settori trainanti di questo fenomeno sono, ovviamente, le società specializzate in hi tech, biotecnologia, energia e nell'ambito medicale.

Il segreto, ormai svelato, di questo successo sta nel plusvalore fornito dai business angels rispetto ai finanziatori bancari: i primi credono nel progetto talmente tanto che si rimboccano le maniche insieme al soggetto finanziato, gli altri guardano con occhi speculativi soprattutto alle garanzie prestate a fronte del finanziamento richiesto ed al rientro del capitale comprensivo di interessi.

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Francesca Biondo
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