Prestiti micro imprese terziario, continua il credit crunch in Emilia-Romagna

Per quel che riguarda invece le sofferenze lorde riconducibili in Emilia-Romagna al commercio ed al turismo, la crescita è stata a due cifre e pari al 22% e comunque sotto la media nazionale che, sempre con riferimento ai dati consolidati del mese di giugno 2014, è stata del 24,1%.

In Emilia Romagna è ancora credit crunch per quel che riguarda l'accesso al credito da parte delle imprese dei settori del commercio e del turismo. E le restrizioni, inoltre, sono ancor più pesanti a carico delle micro imprese. Questo è quanto emerso, tra l'altro, dai dati elaborati dall'Osservatorio Confesercenti sul credito nella Regione Emilia-Romagna nonostante proprio in capo alle micro imprese del turismo e del commercio si registri un incremento più contenuto delle sofferenze bancarie rispetto alle aziende che sono di medie dimensioni.

Nel dettaglio, stando ai dati consolidati del mese di giugno del 2014, in Emilia-Romagna le erogazioni di prestiti alle imprese del commercio e del turismo hanno fatto registrare una contrazione del 2,7%. Ma considerando le sole micro imprese, ovverosia le realtà del commercio e del turismo con hanno non più di cinque dipendenti, la contrazione delle erogazioni è stata pari al 9,3%.

Per quel che riguarda invece le sofferenze bancarie lorde riconducibili in Emilia-Romagna al commercio ed al turismo, la crescita è stata a due cifre e pari al 22% e, comunque, sotto la media nazionale che, sempre con riferimento al mese di giugno del 2014, è stata del 24,1%. Decisamente più contenuto, con un +10,9%, è stato l'aumento delle sofferenze per le micro imprese emiliano-romagnole operanti nei due comparti.

Secondo il direttore regionale di Confesercenti, Stefano Bollettinari, i dati dell'Osservatorio confermano le criticità nell'accesso al credito da parte delle micro imprese del commercio e del turismo nonostante il minor incremento delle sofferenze rispetto complessivamente alle imprese dei due comparti. Ragion per cui occorre che, proprio a favore delle piccole realtà imprenditoriali, l'accesso al credito bancario debba migliorare considerando anche il fatto che, per le imprese di piccola dimensione, spesso l'accesso ai prestiti bancari rappresenta l'unica fonte esterna possibile di finanziamento.

Spesso peraltro per le imprese, e non solo per quelle del commercio e del turismo, il mancato accesso al credito porta letteralmente a 'chiudere bottega'. Non sorprende di conseguenza il fatto che, stando ai dati che sono stati forniti da Cerved con un'indagine e riportati dalla Confcommercio, dal mese di luglio al mese di settembre del 2014 in Italia c'è stata una crescita del 14,1% dei fallimenti rispetto allo stesso periodo dell'anno 2013.

Le Regioni dove ci sono state in termini numerici più chiusure volontarie da parte dell'imprenditore, oppure l'apertura di procedure concorsuali, sono la Regione Puglia, le Marche e la Regione Campania. In queste tre Regioni, considerando quelle attive nel 2007, un quarto delle imprese è addirittura fallito.

Nei giorni scorsi, per il rilancio dell'economia e dell'attività delle imprese, si è espresso anche il Presidente della Confesercenti Salerno, Enrico Bottiglieri, sottolineando la necessità per ripartire che in Italia ci sia in futuro meno fisco e più turismo di qualità anche attraverso un più efficace contrasto all'abusivismo.

Filadelfo Scamporrino
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