Bad Bank, il progetto di Padoan va avanti
Si continua a parlare con molta insistenza della possibile creazione di una "bad bank" nella quale far confluire sofferenze e crediti deteriorati. Una ipotesi estremamente impopolare, considerata la scarsa simpatia con cui l'opinione pubblica italiana guarda al mondo bancario, che però sembra destinata a concretizzarsi, almeno nelle intenzioni del Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Sempre che il governo Renzi, dato in forte calo nei sondaggi che hanno fatto seguito alle regionali, conservi la forza per poter imporre provvedimenti ad un Parlamento sempre più frammentato.
(Il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Carlo Padoan)
Padoan continua a sponsorizzare la bad bank
Padoan ha recentemente ribadito il suo punto di vista nel corso di un question time alla Camera. Nel corso dell'incontro coi parlamentari il ministro ha infatti ribadito che il piano non è stato abbandonato, nonostante le forti resistenze non solo da parte dell'opinione pubblica, ma anche delle istituzioni monetarie europee. Le seconde, in particolare, sono dettate dal fatto che una iniziativa di questo tipo si configurerebbe come un vero e proprio aiuto di stato, pratica assolutamente vietata a livello comunitario.
Perché non sarebbe aiuto di stato
Secondo Padoan, non si tratterebbe di un aiuto di stato in quanto il piano sarebbe esclusivamente rivolto alle banche solventi, con l'intento di facilitare un mercato delle sofferenze. Proprio in tal senso andrebbe ad inquadrarsi il meccanismo di determinazione del prezzo degli asset acquistati, un meccanismo che andrebbe a minimizzare gli oneri a carico dello Stato. Almeno nelle intenzioni di Padoan.
Il problema delle sofferenze
Va ricordato come il persistere della crisi economica scoppiata nel 2008 a seguito dello scoppio della bolla relativa ai mutui subprime, abbia portato ad una crescita esponenziale dei crediti deteriorati, ovvero quelle somme che le banche hanno in bilancio, ma che assai difficilmente possono essere riscosse. Lo stock formato dai crediti deteriorati è ormai pari ad un quinto degli impieghi, mentre le sofferenze hanno raggiunto il 9,8%. Un dato che evidentemente preoccupa il governo, in quanto rappresenterebbe una bomba ad orologeria posta sul sistema bancario tricolore.
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