Cosa cambia per la cessione del quinto in assenza di Tfr

La possibilità di farsi anticipare il TFR sulla busta paga, prevista dalla Legge di Stabilità 2015, può comportare effetti non di poco conto su un prodotto finanziario molto usato dagli italiani, la cessione del quinto, facendo mancare una delle garanzie per la rivalsa.

C'è un aspetto nella discussione riguardante l'anticipo del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) in busta paga che sinora è rimasto sullo sfondo, ma che andrebbe invece valutato, in quanto collegato ad uno dei prodotti finanziari più usati dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, ovvero la cessione del quinto. Si tratta infatti di una soluzione creditizia la quale si poggia sulla garanzia che viene offerta dalla presenza di un contratto di lavoro continuativo e da una retribuzione adeguata in grado di consentire la cessione di una parte, ovvero un quinto del compenso spettante ogni mese al lavoratore, alla finanziaria che ha provveduto alla erogazione del prestito.
Va però ricordato che non c'è solo lo stipendio mensile a fungere da garanzia in fase di valutazione del prestito. Un ruolo di grande rilevanza è infatti giocato anche dal TFR, il cui importo è strettamente connesso all'anzianità di servizio e alla possibilità da parte dello stesso di usufruirne anticipatamente. Venendo a mancare la liquidazione, come accade nel caso di quei lavoratori che abbiano aderito alla possibilità di far confluire il TFR in busta paga, potrebbe quindi verificarsi un vero e proprio corto circuito nel caso essi decidano di avvalersi della cessione del quinto.

La cessione del quinto in assenza di Tfr comporta condizioni meno favorevoli

(La cessione del quinto in assenza di Tfr comporta condizioni meno favorevoli)

Il lavoratore a tempo indeterminato neoassunto o il dipendente che ha già utilizzato l'anticipo sul trattamento di fine rapporto per effetto di quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015, mantiene la possibilità di ricevere il finanziamento richiesto, ma allo stesso tempo, non essendoci più per la banca o la finanziaria la possibilità di rivalersi sull'importo del TFR nel caso in cui il cliente non potesse più far fronte al piano di ammortamento concordato, magari per aver perso il posto di lavoro, vengono applicate nuove condizioni e alcune restrizioni, soprattutto per quanto riguarda l'importo finanziabile, che viene limitato a 15mila euro.
Il discorso in questione non riguarda naturalmente soltanto i lavoratori che abbiano deciso di avvalersi dell'anticipo del TFR in busta paga, ma anche i neoassunti con contratto a tutele crescenti previsto dal Job Act o quelli che lavorando in imprese sotto una certa soglia di dipendenti danno meno garanzie in relazione al mantenimento del proprio posto di lavoro. Per il richiedente diventa inoltre d'obbligo aver superato il periodo di prova, oltre a poter vantare un'anzianità lavorativa minima, oscillante di solito dai 3 ai 6 mesi. Anche la durata del finanziamento senza TFR viene sottoposta a restrizioni, non potendo superare i 5 anni e la percentuale di retribuzione cedibile a titolo di rimborso ogni mese potrebbe risultare inferiore al tradizionale 20%. Tutti aspetti che andrebbero attentamente valutati, prima di decidere di aderire all'anticipazione del salario differito, aggiungendosi al trattamento meno favorevole a livello di tassazione che è già stato messo in rilievo.

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Dott. Dario Marchetti
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