Conto corrente: i costi reali per le famiglie italiane

Nel 2013 la spesa media di gestione si è attestata a 81,90 euro: 7 euro in meno rispetto all'anno precedente e 8,40 in meno rispetto al 2011.

Il conto corrente bancario semplifica la gestione del denaro: il cliente lo deposita in banca in modo da essere custodito e da ottenere in cambio una serie di servizi, quali: accredito dello stipendio o della pensione, pagamenti, incassi, bonifici, domiciliazione delle bollette, carta di credito, assegni e carta di debito. Inoltre ogni utente può versare e prelevare denaro dal conto corrente in qualsiasi momento. Uno strumento fondamentale per gestire il proprio capitale economico.

Come da consuetudine, ogni anno, la Banca d'Italia realizza un'indagine sul costo dei conti correnti delle famiglie. Sotto i riflettori non ci sono, però, i dati forniti dagli stessi istituti di credito su propri fogli informativi, ma le dichiarazioni di un campione di correntisti. Parliamo di ben 13mila persone in tutta Italia a cui vengono chieste informazioni sui propri contratti. L'idea del dossier è far emergere un quadro reale del rapporto tra banche e consumatori. Inoltre è possibile paragonare il dato statistico con l'Indicatore sintetico di costo (Isc) che ogni banca è obbligata a indicare nel riassunto annuale dell'estratto conto per rendersi conto delle condizioni che si ricevono e capire se siano  migliori o peggiori del mercato.

DOSSIER BANCA D'ITALIA

(La guida della Banca d'Italia sui costi reali del conto corrente per le famiglie)

Secondo la pubblicazione, targata Banca d'Italia, "nel 2013 la spesa media di gestione dei conti correnti, che include le spese fisse e variabili, si è attestata a 81,90 euro, 7 euro in meno rispetto all'anno precedente e 8,40 in meno rispetto al 2011". Questo costo appare dunque confrontabile con l'Isc, in quanto include tutte le spese e le commissioni effettivamente addebitate al cliente nel corso dell'anno e non considera gli interessi e le commissioni su eventuali scoperti di conto corrente e gli oneri fiscali; tenendo conto anche delle commissioni su eventuali scoperti di conto corrente la spesa media sale a 97,10 euro. La spesa era pari a 103,80 euro nel 2012. Nel corso dell'ultimo anno risultano ridotti i canoni e le commissioni applicate sulle operazioni eseguite dagli utenti. La spesa totale aumenta in base all'anzianità dei conti oltre che in base al numero di operazioni.

Ma cos'è precisamente l'Indicatore sintetico di costo? Si tratta della misura complessiva del costo totale di gestione del conto. Esso indica, dunque, tutte le spese e le commissioni che sarebbero addebitate a un cliente-tipo nel corso dell'anno, al netto degli interessi e delle commissioni su eventuali scoperti di conto corrente e degli oneri fiscali. L'Isc è riportato sia nei contratti, per comparare le offerte proposte dai diversi operatori prima della stipula, sia nei documenti di sintesi di fine anno. Esso viene calcolato per uno o più profili di operatività tipo (famiglie e pensionati) individuati dalla Banca d'Italia. Inoltre la metodologia di calcolo dell'Isc e i profili di operatività sono spiegati sul sito internet della Banca d'Italia.

Da banca a banca i servizi possono essere molto diversi e anche i loro costi possono essere calcolati in maniera diversa. Il costo complessivo è composto solitamente da una parte fissa ed una variabile. I costi fissi ci sono sempre perché non dipendono da quanto e come si utilizza il conto. I principali sono il canone annuo del conto corrente, i canoni legati ad eventuali carte di pagamento, le imposte di bollo, le spese per l'invio delle comunicazioni al cliente. Inoltre il canone annuo include spesso anche un certo numero di operazioni. I costi variabili, invece, cambiano in base al tipo e al numero di operazioni che si fanno e dipendono da come il cliente utilizza il conto e dalle scelte commerciali della banca.

Ma quali sono i costi variabili a cui bisogna fare attenzione quando scegliamo un conto?

  1. Le spese per la registrazione sul conto di ogni operazione;
  2. le commissioni per l'esecuzione dei singoli servizi; 
  3. le spese di liquidazione periodica, ogni volta che la banca calcola gli oneri e gli interessi; 
  4. gli interessi e gli altri oneri in caso di scoperto. 

    Fonte: Banca d'Italia 

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Dott.ssa Tiziana Casciaro
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