Detrazione degli interessi passivi su mutui e prestiti: la guida sintetica e dettagliata per aiutarti a vederci chiaro!
Indice dei contenuti
- Che cosa sono gli interessi passivi?
- Quali sono le detrazioni fiscali possibili per chi ha sottoscritto un mutuo?
- In definitiva: quali sono le regole da rispettare?
- Quali sono i documenti che devono essere conservati ai fini della detrazione fiscale degli interessi passivi?
- Non sempre gli interessi sui prestiti possono essere detratti: quando questo non può accadere?
- Facciamo chiarezza sulle differenze tra detrazioni per le aziende e per i privati
- Focus: interessi passivi e prestiti obbligazionari: che cosa cambia dal 2015 al 2016?
Se l'idea di dover fare la dichiarazione dei redditi vi fa rabbrividire, forse, pensare che gli interessi passivi del mutuo o del finanziamento possono essere detratti potrebbe far spuntare un lieve sorriso sul vostro viso.
Sicuramente, molti lettori erano a conoscenza di tale pratica, ma in questo articolo, si desidera fornire tutte le informazioni in merito, in modo tale da fornire una guida dettagliata che consenta di porre l'attenzione sulla documentazione da conservare, sulla tempistica e sulle principali differenze tra le varie tipologie di prestito e mutuo.
CHE COSA SONO GLI INTERESSI PASSIVI?
Gli interessi passivi sul mutuo rappresentano una voce di costo che grava sul debitore, al contrario, per il creditore, essi rappresentano una forma di remunerazione.
In un finanziamento, gli interessi sono corrisposti al prestatore mediante il pagamento delle rate, a seconda dei termini previsti dal piano di ammortamento. Tali interessi sono composti dalla somma di una quota di capitale e da una quota rappresentante proprio gli interessi passivi. In base al piano di ammortamento e alla tipologia di interesse scelto, la quota degli interessi potrà avere un peso più o meno considerevole sul totale del rimborso.
Va da sé che l'ammontare degli interessi passivi dipende da determinati fattori, ovvero i seguenti:
- dall'importo del capitale richiesto;
- dalla durata del periodo di rimborso scelto;
- dal tasso di interesse applicato;
- dalla somma di un tasso base (Euribor che indica il costo del denaro sul mercato interbancario oppure l'Eurirs, ovvero il costo che la banca è tenuta a sostenere al fine di tutelarsi dalle oscillazioni del mercato degli interessi) e dello spread che rappresenta il margine di profitto della banca.
QUALI SONO LE DETRAZIONI FISCALI POSSIBILI PER CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO?
Andando nello specifico, coloro che hanno sottoscritto un mutuo, possono usufruire delle agevolazioni fiscali del 19% sugli interessi passivi pagati; dunque, tramite Modello 730 o Modello UNICO, si possono portare in detrazione, del proprio reddito da lavoro dipendente o da pensionato, le spese riguardanti gli interessi passivi per mutui ipotecari che sono destinati all'acquisto dell'abitazione principale. Inoltre, la detrazione spetta per le seguenti voci:
- gli interessi passivi;
- gli oneri accessori;
- le quote di rivalutazione che dipendono da clausole di indicizzazione relative ai mutui ipotecari contratti per l'acquisto di immobili considerati come abitazione principale.
La detrazione (o deducibilità si veda più avanti) si intenda per un importo massimo di 4.000,00€, nello specifico:
- per acquisto altri immobili fino a 2.065,83€;
- per mutui contratti nel 1997 per recupero edilizio fino a 2.582,28€;
- per mutui ipotecari per costruzione abitazione principale fino a 2.582,28€.
Gli interessi possono essere detratti anche per prestiti o mutui agrari.
IN DEFINITIVA: QUALI SONO LE REGOLE DA RISPETTARE?
Come già detto, è possibile portare in detrazione interessi passivi per un importo massimo di 4.000,00€; da tale somma poi andrà calcolato il 19%. Gli interessi passivi si intendono per ciascun intestatario del mutuo per i mutui contratti prima del 1993. Mentre per i mutui stipulati dopo il 1993, è necessario suddividere l'importo detraibile tra i diversi intestatari del contratto. L'immobile dovrà essere adibito ad abitazione principale entro i dodici mesi dal momento dell'acquisto, che deve avvenire nell'anno antecedente o successivo alla data di stipulazione del mutuo.
QUALI SONO I DOCUMENTI CHE DEVONO ESSERE CONSERVATI AI FINI DELLA DETRAZIONE FISCALE DEGLI INTERESSI PASSIVI?
I documenti che necessitano per la detrazione fiscale, dunque per la dichiarazione dei redditi, sono utili anche per un'eventuale verifica da parte dell'amministrazione finanziaria.
È necessario che l'interessato abbia cura di conservare la seguente documentazione:
- le quietanze relative al pagamento degli interessi sostenuti nell'anno di riferimento;
- la copia del contratto di mutuo ipotecario nel quale risulti che il finanziamento è stato concesso specificatamente per l'acquisto di un immobile da adibire ad abitazione principale, in caso contrario, ovvero se il contratto di mutuo non prevedesse una finalità, è necessario specificare la motivazione per la quale il finanziamento è stato richiesto;
- il contratto di acquisto dell'immobile necessario al fine di verificare i vincoli temporali e normativi;
- l'autocertificazione che attesti che l'immobile oggetto dell'acquisto è stato adibito ad abitazione principale secondo la normativa.
NON SEMPRE GLI INTERESSI SUI PRESTITI POSSONO ESSERE DETRATTI: QUANDO QUESTO NON PUÒ ACCADERE?
Affermare che gli interessi sui prestiti possono essere detratti dalle imposte è una mezza verità, in quanto ciò dipende fortemente dalla tipologia di prestito.
I prestiti personali sono destinati ad esigenze private e dunque per il fisco essi non hanno diritto ad alcuna detrazione.
L'unico caso in cui è possibile usufruire delle detrazioni sugli interessi passivi è rappresentato dai contratti di finanziamento stipulati dalle attività lavorative, ovvero le aziende.
Un privato non avrà mai il diritto al rimborso di una parte della quota (interessi passivi) versata e compresa nel rimborso dei prestiti personali.
Una realtà differente è quella rappresentata dai liberi professionisti e dai lavoratori autonomi, quindi anche le ditte individuali. In questo caso, il prestito verrà richiesto e finalizzato per l'attività professionale. Nell'ipotesi in cui si debba ricorrere ad una cifra consistente, la quale solo in parte andrà a coprire le spese professionali, il consiglio è quello di suddividere il prestito in due parti: una somma destinata alle esigenze personali e non lavorative e una parte che riguarda le esigenze lavorative vere e proprie; solo questa seconda parte sarà soggetta alle detrazioni fiscali.
Si è detto che le detrazioni possono riguardare anche i prestiti e i mutui agrari: in questo caso, gli interessi passivi pagati possono essere detratti per una somma uguale o inferiore alla somma del reddito agrario e del reddito dominicale che vengono dichiarati. Nel caso in cui fosse presente, a tale importo deve essere aggiunta che la quota di reddito dominicale e agrario, pari alla quota di partecipazione in società di persone impegnate nell'attività agricola.
FACCIAMO CHIAREZZA SULLE DIFFERENZE TRA DETRAZIONI PER LE AZIENDE E PER I PRIVATI
In questo articolo, si è già chiarita la differenza sostanziale tra la possibilità delle aziende di poter beneficiare delle detrazioni degli interessi e l'impossibilità dei privati di procedere con tali agevolazioni.
Infatti, nel caso in cui la detrazione degli interessi sul mutuo venisse fatta dalle aziende, è possibile dedurre gli interessi dai ricavi calcolati per la definizione del reddito di impresa, mentre per i privati cittadini è prevista la detraibilità dall'IRPEF, ma solo a determinate condizioni, ovvero le seguenti:
la detrazione del 19% può essere effettuata anche da privati solo se il mutuo è stato acceso per acquistare, costruire o ristrutturare un'abitazione destinata o da destinare a prima casa.
FOCUS: INTERESSI PASSIVI E PRESTITI OBBLIGAZIONARI: CHE COSA CAMBIA DAL 2015 AL 2016?
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