Anche i prestiti auto fanno temere una nuova bolla negli USA
La bolla dei mutui subprime che ha avviato la disastrosa crisi economica tuttora in atto, mostra di incidere anche sulla tenuta psicologica degli operatori finanziari, i quali si guardano ormai attorno per cercare di capire i segnali su possibili nuove crisi dei mercati. Segnali che negli ultimi tempi sembrano infittirsi sempre di più, se si pensa che al problema rappresentato dai prestiti concessi agli studenti negli Stati Uniti, si aggiunge ora un nuovo fronte, quello delle auto. La ripresa economica timidamente avvertita negli USA, ha infatti avuto come conseguenza una maggiore propensione al consumo da parte degli americani, come del resto propugnato a più riprese dalla FED.
C'è però un effetto secondario, che potrebbe presto rivelarsi letale, ovvero la propensione degli stessi cittadini USA a finanziare i loro acquisti ricorrendo al credito, senza pensarci troppo. Come sta succedendo ora nel settore delle automobili, con le cifre prese in prestito che ormai da 15 mesi non fanno che salire costantemente, con una crescita del 9,2% solo nel corso dell'ultimo anno. Un dato che fa sudare freddo chi ancora ricorda la genesi della bolla del 2007.
(La prossima bolla USA potrebbe arrivare dalle auto?)
Mentre le somme concesse crescono, analogamente il tasso di insolvenza si rafforza, tanto da raggiungere il 16% rispetto a dodici mesi prima, con un totale di 15,1 miliardi di dollari. In particolare, è il mercato delle auto di seconda mano a far temere fortemente gli analisti finanziari, con concessionari pronti a venderle a clienti che con ogni probabilità non pagheranno mai, anche perché i prestiti accordati hanno tassi che possono arrivare al 24% annuo. A raccontare quanto sta accadendo è l'edizione online del New York Times, che non ha esitato a ricostruire casi di di clienti addirittura già falliti cui broker finanziari di prestigio non hanno avuto remora alcuna a concedere prestiti da decine di migliaia di dollari tesi all'acquisto di macchine di lusso.
Del resto gli USA sono soliti erogare finanziamenti con facilità, anche grazie ad una enorme massa di contante che è stata immessa sul mercato dalla Federal Reserve, la banca centrale, al ritmo di ben 85 miliardi di dollari al mese, proprio al fine di sostenere la ripresa. Un pompaggio che è ora terminato, ma che ha messo in mano al sistema finanziario vere e proprie armi di distruzione di massa, ove non opportunamente controllate. In pratica una strategia opposta a quella depressiva adottata da Bce e UE, che però potrebbe presto rivelarsi un boomerang. Resta solo da vedere se a provocare la nuova crisi saranno i prestiti agli studenti o le auto.
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