L'Europa chiede chiarezza sui contratti di assicurazione connessi ai mutui

I contratti di assicurazione acclusi ai mutui sono ormai un vero e proprio caso, tanto da spingere la Corte di Giustizia Europea ad intervenire con decisione per chiedere chiarezza nella redazione dei contratti, in modo da evitare rischi per i consumatori che decidano di aderirvi.

Tornano sotto le lente di ingrandimento dell'Europa le polizze connesse al mutuo, una pratica largamente usata nel nostro Paese, nonostante i ripetuti ammonimenti e le proteste delle associazioni che tutelano i consumatori. Ora è la Corte di Giustizia Europea a ricordare come i contratti di assicurazione debbano esporre nella maniera più chiara possibile al consumatore i rischi economici cui può andare incontro

Trasparenza, questa sconosciuta

E' ormai largamente nota la scarsa attenzione di banche e assicurazioni verso la trasparenza, un valore spesso enunciato, ma mai veramente praticato in Italia. Il tutto a scapito di consumatori che sono così vessati anche da un punto di vista puramente economico, da un sistema che aggiunge l'opacità delle pratiche alla scarsa competitività e all'uso di politiche lontanissime dal principio di concorrenza che dovrebbe portare ad un abbattimento delle tariffe.

La decisione della Corte di Giustizia UE

A mettere in riga banche e assicurazioni ci ha pensato stavolta la Corte di Giustizia Europea. I giudici di Bruxelles hanno infatti puntualizzato come, nei contratti di assicurazione connessi al mutuo, le clausole dovrebbero essere non  soltanto "trasparenti", ma anche scritte in modo tale da consentire ai consumatori di comprendere alla perfezione i rischi economici cui si espongono. Non rispettando queste regole, diventano automaticamente abusive.

La Corte di Giustizia UE chiede trasparenza sulle assicurazioni connesse ai mutui

 (La Corte di Giustizia UE chiede trasparenza sulle assicurazioni connesse ai mutui)


Le clausole debbono essere chiare e comprensibili

Lo stesso organismo, però, non si limita a stigmatizzare il modo in cui vengono formulate le clausole, ma afferma anche come dovrebbero essere redatte, ovvero ricordando che per essere comprensibili, non solo debbono essere corrette grammaticalmente, ma debbono anche esporre in maniera del tutto chiara e trasparente il funzionamento concreto del meccanismo assicurativo. Il tutto con lo scopo di far capire al consumatore le conseguenze anche finanziarie cui si espone apponendo la sua firma sul contratto.  

La direttiva comunitaria

A fare da base alla sentenza è la stessa direttiva comunitaria sulle clausole abusive, che rende noto ai consumatori come gli stessi non siano in alcun modo vincolati dalle condizioni di assicurazione, qualora si venga a determinare in fase di giudizio l'abusività della clausola. La sentenza è stata formulata dalla Corte, in riposta al caso di un cittadino francese che aveva stipulato due contratti di mutuo immobiliare con un istituto bancario, aderendo allo stesso tempo ad un contratto di assicurazione il quale recava al suo interno condizioni sfavorevoli nel caso di inabilità parziale a seguito di infortunio sul lavoro.

Il motivo della sentenza

La Corte di Giustizia UE ha infatti voluto sottolineare come essendo inserita all'interno di un contratto di mutuo, la clausola assicurativa non presuppone dal consumatore la stessa vigilanza prestata nei confronti dell'oggetto principale del contratto, appunto il mutuo. In conseguenza di ciò, come del resto per le le Rc auto, le clausole debbono essere non solo chiare e comprensibili dal punto di vista grammaticale, ma anche redatte in modo tale da non lasciare zone d'ombra, chiarendo in particolare le conseguenze delle ipotesi di rischio. 

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Dott. Dario Marchetti
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