Fido in banca. La sua struttura, il tasso e la sua convenienza

Chiedere un fido alla nostra banca. Conviene sempre? In quali casi possiamo considerarlo un aiuto e in quali casi può essere una trappola per farci pagare interessi?

Per quanto nessuno abbia mai amato l'inesorabile segno meno nel proprio conto in banca, è necessario ammettere che spesso purtroppo, volontario o no che sia, lo sconfinamento è qualcosa di indispensabile.

Ma come accade? Quali sono i principali fattori che possono sfuggire al nostro controllo?

All'epoca in cui il conto in banca prevedeva che ogni operazione, persino il prelievo avvenisse allo sportello con la presenza sia dell'operatore che del titolare del conto, ogni forma di sconfinamento era più controllabile. L'introduzione dei moderni sistemi di bancomat, carte di credito e degli automatismi di prelievo dal conto hanno reso meno controllabile il quadro generale. Per quanto la dematerializzazione della moneta abbia introdotto sistemi di alert (avvisi via mail e avvisi via sms) e abbia permesso una consultazione continua da remoto del proprio conto (via smartphone e via pc) va anche detto che è cresciuto di pari passo il numero delle modalità di pagamento. Su un medesimo conto corrente possono essere agganciati più RID (Rapporti Interbancari Diretti) che determinano a cadenza programmata dei prelievi autorizzati sul conto. Quindi bollette della luce, del gas, del telefono, quote condominiali, carte di credito, rate di finanziamenti sono tutte automatizzabili attraverso il meccanismo del RID.

L'idea di tale soluzione è quella di liberare il cliente dall'onere di dover pagare rispettando le scadenze. In questo modo il pagamento passa in automatico e non vi è alcun rischio di pagare in ritardo.

Per analizzare i rischi va fatto un utile distinguo tra pagamenti ad importo costante; quali rate di finanziamenti o bollette a tariffa bloccata e pagamenti ad importo variabile quali bollette al consumo, tasse,etc. Con un buon livello di attenzione i pagamenti di importo costante sono facilmente conteggiabili è difficilmente generano il pericoloso fuori controllo che porta allo sconfinamento in scopertura, cioè saldo negativo.

I pagamenti ad importo variabile costituiscono invece l'insidia più pericolosa. Prendiamo ad esempio la bolletta dell'energia elettrica. Fidandoci del nostro gestore domiciliamo sul nostro conto corrente la bolletta bimestrale abilitando un apposito RID. Supponiamo che nel mese di dicembre il gestore decida di allineare i dati dei consumi reali con i consumi stimati dai loro sistemi, generando così un conguaglio. Se il conguaglio è a nostro sfavore (cioè dobbiamo pagare noi) ci troveremo addebitata sul conto una cifra di cui difficilmente saremo a conoscenza se non ad addebito già avvenuto. Pertanto se sul conto ci erano rimasti appena quei soldi per coprire una bolletta ordinaria, ci ritroveremo ad aver sforato la disponibilità ed il nostro conto sarà sotto lo zero. Se non avremo preventivamente richiesto un fido la banca ci contatterà chiedendoci di rientrare nel più breve tempo possibile pena il pagamento di un interesse tendenzialmente elevato. Nel frattempo chiaramente non potremo prelevare ed il nostro conto sarà praticamente inagibile.

Cos'è allora il FIDO?

Il fido è una disponibilità di denaro ulteriore a quanto da noi realmente depositato sul conto. Tale denaro viene messo a disposizione del cliente che può regolarmente operare sul suo conto come se la sua reale disponibilità fosse maggiorata dell'importo del fido. Sulla parte di denaro eccedente la nostra disponibilità e nella misura massima del tetto del fido, la banca applicherà un tasso di interesse concordato con il cliente.

Solitamente questo tasso è un qualcosa di ragionevole e prossimo al tasso medio applicato sui tassi di interesse al consumo. Il tasso è sicuramente un dato rilevante del fido bancario ma va sottolineato che il parametro fondamentale che va assolutamente chiarito in fase di richiesta e il tempo previsto per rientrare del debito. L'informazione sul tempo di rientro spesso non viene specificata nelle informative commerciali in quanto le banche applicano ai clienti una specie meccanismo di revolving.

Vediamo con un esempio come funziona questo meccanismo specificando come premessa che il meccanismo in se non ha nulla di negativo. Ciò che può costituire una seria minaccia per il consumatore è l'applicazione di questo meccanismo senza che il cliente sia realmente consapevole di cosa esso implica in termini di costo.

Supponiamo di chiedere al nostro istituto di credito un fido per 1.500 Euro. La banca verificate le nostre condizioni reddituali delibererà l'abilitazione del fido. Se ci verrà accordato il fido riceveremo una comunicazione con i dati del tasso (TAEG) applicato. A questo punto la disponibilità del nostro conto sarà maggiorata dell'importo concesso in scopertura. Se il nostro saldo predelibera era ad esempio 700 Euro, adesso il saldo sarà di 2.200 Euro. Il conto continuerà a funzionare come sempre con l'unica differenza che quando la disponibilità sarà inferiore a 1.500 Euro sulla differenza 1.500-DISPONIBILITA' verrà applicato  il tasso di interesse comunicatoci insieme alla delibera. Non appena verseremo del denaro nel nostro conto esso andrà prima di tutto a colmare il fido annullando il calcolo degli interessi nel momento in raggiungeremo la disponibilità di 1.500 Euro. Questo proprio perché in questo caso la formula 1.500-DISPONIBILITA' darà come risultato zero.

Qual è il rischio di questo meccanismo?

Cercando di rendere più chiara possibile la risposta, il rischio è di non uscire più dal pagamento degli interessi. Infatti supponendo di utilizzare interamente i 1.500 per gli ultimi giorni del mese prima della nuova entrata (ad esempio uno stipendio) il cliente avrà un saldo pari a zero ma in realtà il saldo è -1.500 Euro. Quando entrerà del denaro, ad esempio per 3.000 Euro il cliente si troverà un saldo pari 3.000 ma se vorrà utilizzare interamente questa somma deve aver ben chiaro che sui primi 1.500 non pagherà alcun interesse sui restanti 1.500 la banca applicherà il TAEG concordato al momento della concessione del fido.

Quando conviene allora utilizzarlo per evitare di entrare nella spirale degli interessi?

Il fido è un ottimo strumento finanziario ma trova la migliore applicazione quando il cliente si limita ad utilizzarlo per particolari contingenze, per emergenze inderogabili. Purtroppo l'uso sistematico di tale strumento può generare come detto in precedenza, un meccanismo per cui il cliente sarà costretto a pagare perennemente interessi fino a quando non manterrà ferma sul conto corrente  una cifra pari al fido per un tempo sufficiente alla completa estinzione degli interessi da pagare.

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Salvatore Amandorla
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