Cattivi pagatori, come migliorare il proprio status

Cosa significa essere un cattivo pagatore o un protestato quando si richiede un prestito? Scopriamo insieme come fare per migliorare la propria condizione e poter accedere al credito in futuro.

I ritardi nel pagamento di una rata di finanziamento attribuiscono al soggetto beneficiario del prestito l'etichetta di "cattivo pagatore". Le condizioni affinché questo accada sono varie.

Si parla di cattivo pagatore quando:

  • ha saltato il pagamento di 3 rate di un prestito;
  • ha tardato oltre 2 mesi il pagamento della rata di un prestito;
  • ha emesso assegni scoperti.
Anche chi rientra nella black-list di cattivi pagatori può ottenere un prestito


In queste circostanze, così come quando si subisce un pignoramento o si fa parte della categoria dei protestati, accedere ad una forma di credito non è assolutamente semplice. Le banche e gli istituti finanziari, prima di erogare il capitale, valutano il cliente, tenendo conto del Crif (Centrale rischi finanziari) e del Ctc (Consorzio tutela del credito). La maggior parte dei cattivi pagatori trova infatti una certa "diffidenza" da parte dell'istituto di credito nel momento in cui viene presentata la domanda per ottenere un prestito personale o un prestito online in quanto il rischio maggiore è che si tratti di persone non capaci di fronteggiare tali impegni finanziari.

Cattivi pagatori: si può rimediare?

L'etichetta di "cattivo pagatore" non è indelebile. Esiste, in realtà, una possibilità per poter superare questa fase in modo da poter accedere in futuro al credito. Il primo passo da fare è capire chi si occupa di registrare i dati sui mancati pagamenti. Il primo ente è sicuramente quello della Centrale Rischi della Banca d'Italia, che consente di poter consultare le informazioni gratuitamente dopo aver compilato un modulo di richiesta. A questo modulo bisognerà allegare la fotocopia di un documento di identità in corso di validità. La documentazione deve essere consegnata agli sportelli delle filiali della Banca d'Italia; quest'ultima si occuperà di spedire per posta o per posta elettronica certificata (PEC) l'esito di tale verifica. Nel momento in cui il nome del soggetto, che intende beneficiare di un prestito, risulta registrato presso la Centrale Rischi della Banca d'Italia, non vuol dire meccanicamente che sia un cattivo pagatore. In realtà in questa lista ci sono tutti coloro che hanno contratto un debito superiore ai 30.000 euro. Il cattivo pagatore è invece colui che è insolvente. Tale status dura per tre anni

Oltre alla Centrale Rischi della Banca d'Italia, ci sono i Sistemi di Informazioni Creditizie che ogni mese raccolgono le segnalazioni di banche e società finanziarie e si avvalgono di un archivio dello status dei clienti che si può consultare per meglio vagliare l'affidabilità di un debitore. Per liberarsi da questa etichetta bisognerà aspettare. Non è possibile, infatti, prima dei tre anni richiederne la cancellazione, ma una soluzione per accedere al credito, nonostante i disguidi finanziari, potrebbe essere quella della cessione del quinto. In questo caso i dipendenti statali Inpdap e Inps possono ottenere un'erogazione più veloce del capitale, senza causale. A fare da garanzia è lo stipendio e qualora il cliente avesse subito un pignoramento, il finanziamento potrebbe essere utile anche a chiudere tale pratica e ad ottenere liquidità. Qualora dalle banche dati non emergesse una situazione così disastrosa, allora il cliente potrebbe richiedere anche un prestito fiduciario, che non è volto all'acquisto di un bene ma serve ad ottenere liquidità.

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione non rappresenta comunque l'unica forma di finanziamento che i protestati e i cattivi pagatori possono richiedere. Qualora il richiedente fosse disoccupato o un lavoratore precario, ossia privo di busta paga e di un reddito stabile, la scelta potrà ricadere sul prestito cambializzato. Importante, in questa circostanza, sarà il supporto di un garante che si impegnerà ad onorare il debito qualora il protestato non riuscisse ad assolvere di nuovo al debito. Chi possiede, invece, una proprietà immobiliare, potrà ipotecare la casa. Per ottenere la cancellazione dal registro informatico dei protesti, il soggetto dovrà pagare il debito entro un anno dalla data di elevazione del protesto mediante una richiesta di riabilitazione al Presidente del Tribunale. Una volta ottenuto il Decreto di Riabilitazione, bisognerà consegnarlo alla Camera di Commercio in modo da ottenere la cancellazione dal Registro Informatico dei Protesti. Se invece il debito non viene onorato oppure viene saldata oltre l'anno, allora l'iscrizione al registro resterà per cinque anni dalla data del protesto. Dovranno trascorrere poi cinque anni affinché la registrazione venga cancellata automaticamente senza spese.

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Dott.ssa Tiziana Casciaro
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