Accesso al credito: difficoltà per i lavoratori precari
Accedere al credito è molto difficile per i giovani italiani che, nella maggior parte dei casi hanno un lavoro precario. Che si tratti di acquistare una macchina, aprire un' azienda, fare un leasing o accendere un mutuo il rischio è quello di ricevere, da istituti bancari e finanziare una serie infinita di secchi "no".
Secondo Adnkronos, a sette giovani con contratti a termine su dieci, viene negata la concessione del credito. Adnkronos è una famosa agenzia giornalistica che ha rielaborato i dati raccolti in tutto il territorio italiano. E' emerso che i giovani con un contratto a termine sono ammessi nel sistema creditizio solo se supportati da un garante. In genere un genitore o un parente diretto con una situazione lavorativa più stabile e sicura, meglio vista dal settore creditizio per ovvi motivi riguardanti la maggiore certezza di solvibilità nel tempo. Ne conseguono però contratti con clausole incrociate che vanno a gravare interamente sulla figura del garante.
Secondo quanto emerso dai dati raccolti da Adnkronos, solo il 30% dei giovani riesce ad ottenere un prestito senza l'intervento di un valido e referenziato garante. Si tratta nella maggior parte dei casi, però, di contratti finanziari ad hoc, pensati esclusivamente per lavoratori precari e che per questo presentano condizioni assai più sfavorevoli se si guardano i tassi di interesse applicati, i tetti massimi previsti, il numero di rate possibili. Tutti questi elementi risultano molto meno vantaggiosi rispetto agli stessi presenti su un contratto destinato ad un lavoratore a tempo indeterminato. Spesso, inoltre, a tutela del credito concesso, le banche impongono al lavoratore precario polizze costose volte ad assicurare l' importo elargito, in caso di perdita di lavoro del cliente. Di frequente la stipula di queste polizze è elemento sine qua non, ossia una condizione senza la quale la richiesta non può neanche essere presa in considerazione.
(A sette giovani precari su dieci viene negato il credito)
In buona sostanza possiamo affermare che, in presenza di un mercato del lavoro che ha scelto, o è stato obbligato a scegliere, la flessibilità, il mercato del credito rimane oltremodo rigido guardando il lavoratore precario come se ancora fosse una rara eccezione, ed escludendolo tout court dal sistema creditizio.
Il dato preoccupante che emerge dalle analisi condotte da Adnkronos riguarda il rischio concreto a cui vanno incontro i giovani che si vedono cestinare le richieste di finanziamento dagli operatori del settore. Per un numero crescente di lavoratori precari, l' ultima possibilità è quella di ripiegare su promesse di prestiti facili e convenienti che spesso nascondono truffe e raggiri. Si assiste in effetti, negli ultimi tempi, al moltiplicarsi di slogan rivolti ai lavoratori precari a caccia di liquidità.
Molti siti online propongono offerte con promesse accattivanti rivolte proprio ai lavoratori a termine. Cresce così la possibilità di essere truffati. Si è stimato che in presenza di questi annunci lusinghieri sei siti su dieci richiedono addirittura un corposo anticipo sulle spese di istruttoria senza provvedere ad alcuna analisi preventiva.
Con un mercato del lavoro che negli ultimi cinque anni ha visto i contratti a tempo indeterminato diminuire del 46,4% e quelli a termine aumentare quasi del 20%, il settore creditizio dovrebbe adeguarsi con soluzioni ad hoc ma anche vantaggiose per quelle persone che non possono contare su un lavoro stabile e che per questo hanno bisogno di essere aiutate dal sistema bancario e non punite, come invece accade ogni giorno.
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